A piccoli passi lascio le pianure, i campi e le architetture rosse per guadagnare le alture.

I laghi, quelli enormi e scuri dove nei giorni di brezza le barche stendono volenterose le vele e dove i campanili lasciano che io conti i comuni e i paesi.

Di treno in treno, di tunnel in tunnel buco i sentieri, le montagne, i larici.

Le stazioni solo per prendere fiato,
poi di nuovo in apnea.

I bianchi e gli abeti e poi il nulla,
su tutto solo i tralicci.

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Tralicci è una storia fatta di viaggi, di montagne e di paesaggi visti dal finestri- no di un treno, di un autobus o seduto sulla panchina di una stazione.
Bellano, Colico, Morbegno, Sondrio, Tre- senda, Aprica, Teglio, Sondalo, Bormio, Isolaccia, Trepalle, Livigno.
Su tutti, su tutto, un unico filo collega i luoghi, i tralicci dell’alta tensione.
Un racconto fatto di ricordi alla velocità di una pallina da flipper, 20 ore di viaggio in 48 ore di luce e ombra.
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